Un incontro salvifico.
Questa poesia è frutto di un’esperienza; l’esperienza della fragilità che ognuno di noi ha nel proprio cuore e della difficoltà nell’abitare quello spazio. E’ la prima volta che qualcuno legge un mio scritto (scrivo perché ne ho bisogno).Non è stata né cercata, né voluta. Ma si è presentata un bel giorno, e il cuore, colmo com’era, si è espresso. E’ la narrazione di come l’incontro con Dio ha mutato il mio cuore, lentamente, facendolo morire e nella morte farlo più vivo. Ho cercato di abitare il mio dolore,la mia sofferenza, scoprendo la bellezza dei nostri limiti e la certezza di non essere abbastanza. Nel momento più difficile, quando stavo perdendo il cuore nella mia solitudine, è arrivata una primavera, una linfa che ha fatto germogliare vita nuova. La poesia nasce dove il il canto della vita si scontra con il mondo esterno, quando si conosce il dolore dell’altro e lo si fa nostro, curandolo, come perla. Ho tratto dalla natura le mie emozioni, vedendo nel suo ciclo la mia vita interiore; l’attesa, lo stupore a cui porta un tramonto, è lo stesso di quando ci si scopre figli amati, con tutte le nostre debolezze e sofferenze. Quando nonostante tutto, la vita canta. Il titolo dato alla poesia è necessario per comprenderla. L’ultima immagine, il ciliegio primaverile, è la metafora della mia esistenza che, rifiorita lentamente, da i suoi frutti: le relazioni e l’Amore che provo ad esprimere verso una vita ancora difficile da comprendere.
DIO
Ti ho aspettato,
mille anni,
seduto,
con le mani incrociate
sperando di vederti
dalla fitta nebbia,
invano.
Ti ho aspettato
mille volte,
con lo sguardo perso,
come il cuore,
in un gioco di colori
dove dominava il grigio,
come nella mia anima.
Ti ho aspettato
per sempre,
sordo alla pioggia battente sul ferro,
che opprimeva le meningi.
Ti ho cercato
tra mille volti,
mentre seduto sul ponte di legno,
lungo il fiume,
occhi mi sfioravano
senza capire il mio dolore.
Ti ho cercato
in una foglia,
che con eleganza
si posava sulla riva del fiume
e si sgretolava,
lentamente,
come il mio cuore.
Ti ho cercato
lungo la strada,
negli occhi degli emarginati,
in una di quelle notti
dove non esiste che il
silenzio.
Sei entrato come un soffio di vento autunnale
seccando tutta la vita del mio cuore.
Ti ho cercato
nel mio cuore,
che era il tuo,
nei tuoi occhi,
che volevo miei,
e ti ho trovato.
Come ciliegio in
primavera
sono Rinato.
Tema: Fragilità
Autore: Giovanni Rizzi
Cod. 40