E’ stata firmata il 28 luglio, a Perugia, presso la sede della Giunta regionale di palazzo Donini, la Convenzione relativa al “Riconoscimento e valorizzazione della funzione sociale, educativa e formativa svolta dalle parrocchie mediante gli Oratori” tra Regione Umbria, Ceu e Anci Umbria. Il documento è stato sottoscritto dalla presidente della Regione Donatella Tesei, dal presidente della Conferenza episcopale umbra (Ceu) monsignor Renato Boccardo, arcivescovo di Spoleto-Norcia, e dal presidente dell’Anci regionale Francesco De Rebotti, sindaco di Narni.
Ulteriore attuazione delle leggi in materia. Questa convenzione, salutata dal mondo oratoriale umbro (130 Oratori attivi nelle otto Diocesi della regione frequentati annualmente da circa 25mila fanciulli e adolescenti seguiti da oltre 4mila animatori, educatori e responsabili), è una ulteriore attuazione delle leggi nazionale e regionale in materia. Non si tratta, evidenzia la Regione attraverso una nota dell’Agenzia Umbria Notizie, di «un impegno formale per l’utilizzo delle risorse assegnate (220mila euro per un anno, n.d.r.), ma soprattutto, il riconoscimento del contributo che gli oratori continuano a dare alla nostra società, per formare uomini e donne liberi e capaci di appassionarsi per il bene comune».
Alleati della famiglia e delle agenzie educative. Monsignor Boccardo, nel ringraziare la Regione a nome dei vescovi umbri, ha definito la Convenzione «un gesto preziosissimo, perché porta con sé un contenuto ben più grande dei 220mila euro che va ad erogare: viene riconosciuto, come già in precedenza, il contributo specifico e significativo che i nostri oratori danno alla costruzione della società. Noi vogliamo porci come alleati della famiglia, innanzitutto, e delle altre cosiddette “agenzie educative”.
Creare una alleanza per costruire il domani. Papa Francesco ha ricordato più volte questo proverbio africano: “Per fare un uomo ci vuole un villaggio”. Oggi non è più pensabile che l’educazione alla vita sia portata avanti esclusivamente dalla famiglia, oppure dalla scuola, o dalla parrocchia, o da una associazione. Bisogna creare una alleanza in cui ognuno dà il suo contributo. E se ognuno fa la sua parte, forse, riusciamo a costruire gli uomini e le donne di domani. Sono loro la grande ricchezza che tutti dobbiamo custodire e accompagnare gradualmente verso l’età adulta, affinché ognuno possa assumere il proprio ruolo nella vita civile ed anche nella comunità ecclesiale. Gli oratori si pongono in questa prospettiva e noi vogliamo contribuire con la nostra identità e idealità a costruire la società. Abbiamo bisogno più che mai di imparare a stare insieme, a rispettarci gli uni e gli altri, ad accogliere le differenze». Queste, ha concluso il presidente della Ceu, «non sono necessariamente una minaccia, ma possono trasformarsi in ricchezza. Gli oratori sono una palestra dove crediamo che si possa contribuire al bene della società educando e formando i nostri giovani».
Convenzione umbra, esempio per altre regioni. Il presule ha anche portato il ringraziamento e l’apprezzamento del cardinale presidente della Cei Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, per la convenzione stipulata, auspicando che «questo gesto possa essere esemplare anche per altre regioni», ha riferito monsignor Boccardo a nome del presidente dei vescovi italiani.
Cosa prevede il documento siglato. La convezione, la cui durata è di un anno, prevede il supporto a progetti rivolti ai minori e ai giovani, per la realizzazione di attività di promozione e sostegno per lo svolgimento delle funzioni sociali ed educative; l’allestimento di centri ricreativi e sportivi, compreso l’acquisto di attrezzature e materiali; la realizzazione di percorsi di recupero a favore di soggetti a rischio di emarginazione sociale, di devianza in ambito minorile, di disabilità; la manutenzione straordinaria e il riadattamento di immobili adibiti ed utilizzati come luogo di incontro per adolescenti e giovani; percorsi di formazione sociale, finalizzati a valorizzare tutte le risorse e le competenze presenti sul territorio e supportare le attività di oratorio e quelle similari. L’Anci Umbria in qualità di organismo di rappresentanza dei Comuni, assicurerà il raccordo con le zone sociali per la realizzazione degli interventi.
Gli interventi dei presidenti Regione e Anci Umbria. Apprezzamenti per le diverse e importanti attività svolte dagli oratori umbri a livello sociale ed educativo sono giunti dalla presidente della Regione Tesei e dal presidente dell’Anci Umbria De Rebotti.
Tesei. La governatrice, ricordando la recente tragica morte dei due giovani di Terni, ha sottolineato che «la Regione Umbria si sta impegnando per lanciare nuove iniziative finalizzate ad approfondire problematiche legate al mondo giovanile. Il tema dell’educazione e della crescita consapevole dei ragazzi è stato inserito tra le priorità del governo regionale. Sicuramente gli oratori in questo contesto svolgono un ruolo importantissimo», e sono «un servizio essenziale e di grande sostegno alle famiglie che li identificano come un punto di riferimento importante per i giovani e gli adolescenti». In questa fase molto delicata, ha commentato la presidente, «siamo soddisfatti di aver trovato le risorse per la valorizzazione di questi ‘luoghi’ importanti per le nuove generazioni dove si promuovono valori fondamentali come il rispetto e la solidarietà. Il nostro contributo quindi, va oltre al sostegno economico e vuole essere un modo per partecipare la nostra presenza e il nostro sostegno».
De Rebotti. Di «straordinaria macchina aggregativa, sociale, di educazione e formazione, rappresentata dagli oratori» ha parlato il presidente dell’Anci, che ha aggiunto: «Gli oratori sono una realtà imprescindibile, in crescita, fortemente radicati sul territorio, che ogni anno accolgono migliaia di bambini e ragazzi, rispondendo non solo alle loro necessità, ma anche a quelle delle loro famiglie». Gli oratori, ha evidenziato De Rebotti prima dell’atto della firma della convenzione, «sono presidio di socialità per contrastare la solitudine che non riguarda solo gli anziani, ma anche non pochi giovani». E l’Umbria, da questo inquietante fenomeno, non è immune come spesso testimoniano le cronache.