Lontano lontano
Valutazione
- Consigliabile, Problematico, Adatto per dibattiti
- Tematica
- Amicizia, Denaro, Lavoro
- Genere
- Commedia
- Regia
- Gianni Di Gregorio
- Durata
- 90′
- Anno di uscita
- 2020
- Nazionalità
- Italia
- Distribuzione
- Parthenos
- Soggetto e Sceneggiatura
- Gianni Di Gregorio, Marco Pettenello
- Fotografia
- Gogò Bianchi
- Montaggio
- Marco Spoletini
- Produzione
- Bibi Film, Rai Cinema
Interpreti e ruoli
Gianni Di Gregorio (Il professore), Ennio Fantastichini (Attilio), Giorgio Colangeli (Giorgetto), Daphne Scoccia (Fiorella), Iris Peynado (Marisa), Francesca Ventura (Carolina Federmann), Roberto Herlitzka (Prof. Federmann)
Soggetto
A Giorgetto e al professore, due romani titolari di modeste pensioni, si aggiunge Attilio, senza un preciso mestiere. I tre maturano il sogno di lasciare la vecchia vita di quartiere e andare a vivere all’estero…
Valutazione Pastorale
Gianni Di Gregorio è una figura del tutto anomale nel panorama artistico italiano. Nato a Roma il 19 febbraio 1949, trasteverino doc, coltiva fin da piccolo una grande passione per il cinema, che, dopo un lungo periodo di studi frammentari tra accademie e teatro, lo porta a conoscere Matteo Garrone e a lavorare con lui. Comincia una gavetta non breve, ed esordisce alla bella età di 59 anni con “Pranzo di ferragosto” (2008). Seguono “Gianni e le donne” (2011) e “Buoni a nulla” (2014). Ora eccolo di nuovo in pista con “Lontano lontano”. (2020). Titolo che è tutto un programma, straniante e surreale. Al centro della storia ci sono Giorgetto, il professore e Attilio , tre pensionati anziani (o quasi), tre amici (involontari) che un giorno decidono di mettere a frutto le loro modestissime pensioni e progettano un viaggio in territori nuovi e sconosciuti. La convinzione c’è, la volontà un po’ meno. Non riveliamo da che parte andrà la scelta, ma l’obiettivo è quasi meno importante dei modi per arrivarci. Conta, invece, il percorso attraverso il quale il racconto si dipana. I tre protagonisti passano attraverso gesti piccoli e timidi, quasi incerti se andare a turbare un equilibrio consolidato nel tempo. Si muovono sulle ali di una leggerezza impalpabile, trasmettendo però una grande tensione morale, la convinzione di doversi confrontare con una barriera invalicabile di rumori e frastuono. La Roma del regista forse non esiste, forse è un’utopia, ma quelle strade vuote e silenziose, quella spiaggia grande e abbandonata, sono precisi rinvii ad una quotidianità desiderata e ricercata. La Roma di Gianni Di Gregorio è bella, pulita e solidale, fatta di piccoli tocchi che rimandano ad una idea di piacere sociale, di gradevole scandire del tempo. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come consigliabile, problematico e adatto per dibattiti.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in successive occasioni come proposta forte e convincente di un modo di fare commedia, declinato sul versante della generosità, dell’attenzione alle piccole cose, a un amicizia come forma di crescita comune.